8.31.2011

NOTTE BUIA, FREDDA E CRUDELE


A te mi rivolgo
notte buia
fredda
e crudele

Non chiedermi di dormire
Nè di chiudere i miei occhi

Tutto ciò
che voglio
è indugiare
ancora
per qualche ora
per qualche minuto
per qualche istante
sulle sue labbra

Perchè dalle mie braccia
ne strappi via
l'avvolgente tepore?

Se solo riuscissi a intrappolare
per sempre
dietro alle mie labbra
serrate
il suo dolce sapore.

E se
ancora
potessi non lasciar mai
fuggire anche un piccolo soffio
del suo respiro
dal mio cuore.

Se soltanto tu sapessi
cosa vuol dire amore.

Ora non mi chiederesti di chiudere i miei occhi.
Nè tantomeno di dormire.

Ma tu sei
notte buia
fredda
e crudele

6.14.2011

SUSSURRANDO IN SILENZIO


E' buio.
Soltanto una luce
soffusa
illumina lievemente
la stanza
propagandosi rossa
da una lampada poggiata
su di un mobile in legno di cedro.

Ogni tanto
il tuttto
viene illuminato a giorno
ma soltanto per una frazione
di secondo.

Lontano
lo sento
giungere sempre più forte
il frastuono.
Un tuono
che rompe il ritmo del tocco
leggero delle gocce
di pioggia
che placide sfiorano il tetto
giusto sopra la mia testa.

Ad un tratto
il profumo
della tua pelle
si fa strada dentro me
dalla bocca ai polmoni
e da questi
al cuore.
Così dentro me
sale la voglia
insieme con il bisogno stesso
di stringerti
tra le mie braccia.

E baciarti
con le mie labbra
soffiando per le tue
nella tua bocca
parole appena sussurrate
in silenzio
dal mio cuore.

5.31.2011

MI NENA, MI TIERNA, MI ETERNA



Hai gettato una pietra nel mio cuore
per poter osservare
le increspature che ora
si agitano
e si allargano
su questo immenso lago color del sangue

Manchi
e manca il tempo
non più scandito dai colpi del mio cuore

E' tutto buio e nero d'inchiostro
in questa notte dove cerco il tuo corpo
tra lenzuola di carta
e abbracci di cera

Si fa spazio dentro me
divorando il corpo tutto
la sensazione
di vuoto

Ti sento
quando sei con me

Ti sento
quando non ci sei

Sei vita

Sei morte


mi nena
mi tierna
mi eterna

5.17.2011

E SONO QUI

passo la notte
a respirare dalla tua bocca
strappando a morsi baci
fuori dai tuoi sorrisi

i nostri sguardi che si intrecciano
ancor più dei nostri corpi
illuminati ora
da una luna gialla come l'oppio

ti stringo a me più che posso
per capire se sei reale o no
trattengo il fiato più che posso
per capire se sono vivo o no

e sono qui
per baciare
per carezzare
per mordere

11.02.2010

COME ATLANTE

Ed io
che sempre sono stato un eterno peter pan
mi ritrovo ora a dover portare sulle spalle
il peso stesso che grava su quelle del titano

e a versare amare lacrime
su di un orizzonte cosparso di cenere

inginocchiato
scoraggiato
affranto
disilluso


... perchè?

9.14.2010

UN'ACCRESCIUTA CONSAPEVOLEZZA

Non è una condizione infelice o felice.
Non è felicità che mi spinge a scrivere. Nè lo è la tristezza.
No...

Parlerei piuttosto di un'accresciuta consapevolezza.
Un'accresciuta consapevolezza di ciò che mi sta attorno.
Un'accresciuta consapevolezza di ciò che mi sta dentro.

Ora vedo. Ora comprendo. Ora scrivo.

NUOTANDO NELL'OCEANO

Vedo il mondo.
Solo un sottile muro di vetro si frappone.

Il mondo è uguale, ma diverso.

Nato nell'epoca sbagliata?
Nato nel paese sbagliato?
Nato sul pianeta sbagliato?

O più semplicemente... Nato sbagliato?

Sento che non sono chi io sono,
quando fingo di essere ciò che sono.

Realtà sovrapposte,
nei percorsi paralleli del mio ego.

Precipito in caduta libera sulla Terra.
La sensazione dell'aria fra le dita.

Sto nuotando nell'oceano.

3.19.2010

L'ISPIRAZIONE

Ho finalmente ritrovato l'ispirazione, e superato il blocco dello scrittore... voglio chiedere scusa a tutti se non ho scritto per un pò... ma ad essere sincero il motivo è molto semplice.

Io riesco a scrivere solo in presenza di emozioni molto forti... non riesco a scrivere a comando, per me la scrittura è un qualcosa che deve uscire dall'interno, deve sgorgarti fuori da sola, quando LEI vuole. L'anno scorso ho passato un periodo parecchio depresso della mia esistenza, e quindi si può dire che ci sia stato un lasso di tempo nel quale ero sovraispirato... poi dopo un pò, come tutti gli esseri umani, mi sono abituato alla mia condizione, e ho smesso di provare dolore.

Ora... ho finalmente ritrovato la mia ispirazione. Fortunatamente stavolta non è dettata dal dolore, ma dal piacere. Ho nuovi soggetti e una nuova ambientazione... ho grandi progetti in testa. Non so perchè scrivo questo intervento, non ho mai usato questa pagina come un Blog vero e proprio, ma semplicemente volevo scusarmi con chi aveva piacere di leggere ciò che scrivevo...

Vi ringrazio per seguire i miei lavori, e sono contento che vi piacciano...

p.s. Volevo fare un ringraziamento speciale a quel buontempone di GianFigliazzi XDDDD, e confessargli una piccola cosa...

Ciao, sono Gabriel (ciao Gabriel)
Io... ho smesso di credere da tanto tempo (la folla è un delirio totale)
Sì, sono ateo... guarda mi spiace che la cosa ti dia fastidio... ma non ti obbligo certo a venire a leggere ciò che scrivo...
Sei proprio un CICIARAMPA! XDDDDDD

p.p.s. Preso malissimo sto tipo XD

7.25.2009

UNA CATENA... UN LUCCHETTO... UNA MASCHERA...

Corre
Grida
Si strazia
Urla al cielo con tutte le sue forze
Salta
Cade
Si rialza
Straziato
Colpito
Accoltellato
Calpestato
Strepita
Colpisce con tutta la forza che ha
Batte
Si dimena
Incatenato
Canta
Piange
Morde
Corrode dall'interno
Consuma
Soffre
E grida
Grida
GRIDA!!

No...
Silenzio...

una Catena... un Lucchetto... una Maschera...

tutto tace...

5.20.2009

ABBRACCIAMI CIELO

Sento il suono delle macchine,
lontano
oltre la finestra su quel muro.

Un vento leggero,
i miei pensieri,
li solleva dolcemente
e li fa danzare per l'aere,
sospingendoli
verso altre e sconosciute sponde.

La nebbia
si alza
e con ella sale il freddo,
che punge
crudele fin nelle vene
pompando nient'altro che paura e solitudine
paura e solitudine,
nel mio cuore.

Oh cielo,
tu che da lassù mi guardi
indifferente,
se devi cadere
cadi adesso
cadimi addosso.

Soffocami con le tenebre
che alla notte appartengono,
fa che il bagliore delle stelle
mi porti a nuova vita
fammi risorgere.

Fammi conoscere
il nome della dea luna,
e falle dono
del mio cuore.

Fammi sparire
nel più dolce dei modi,
ti prego.

Abbracciami
e lascia che mi addormenti con te.

4.29.2009

DIVORATO DALLA NOTTE


Mi perdo in un labirinto fatto di lenzuola e pensieri,
cercando di afferrare una presenza che non c'è,
mentre la notte mi divora, lentamente.

Sento freddo
Sento oscurità
Sento solitudine

Respiro a fatica, e ad ogni respiro
è nero inchiostro,
che scende copioso lungo la mia gola.

Inquieto socchiudo i miei occhi,
mentre varco la soglia dell'onirico mondo.

4.25.2009

SENTIMENTI O SENSAZIONI?


Mi dispiace...

Hanno forse un qualche senso queste parole? Le sento pronunciare quasi ogni giorno... Mi dispiace mi dispiace midispiacemidispiace midispiacemidis......
Di cosa?? Eh? Di cosa ti dispiace? Cos'è che ti fa dispiacere? Non lo sai nemmeno tu... ma non ti senti una merda a mentire non solo a chi hai di fronte... ma soprattutto a te stesso?

Non mi tolgo certo da questa categoria, anche io ne faccio parte... ne facciamo parte tutti. A volte mi sembra di essere una macchina: ad ogni azione del mondo che mi circonda, corrisponde una mia reazione... una persona a me vicina è triste
"Mi dispiace..."
Menzogna!

Siamo creature imperfette, siamo creature altamente egoiste. Qual è la motivazione che ci porta a dire che ci dispiace di qualcosa? Noi capovolgiamo gli eventi altrui su di noi... e pensiamo a come ci sentiremmo se fossimo in determinate situazioni... ma questa si può definire empatia? O forse è solo un'altra faccia dell'egocentrismo?

Gli stessi concetti di egoismo e di egocentrismo, ai quali è possibile ricondurre ogni sentimento, non sono forse altri modi per dare un nome alla ricerca della felicità? Del benessere e piacere personale? Il piacere non è altro che una reazione fisico-chimica che avviene nel nostro corpo, con l'aumento di determinati ormoni nel sangue, l'accelerazione del battito cardiaco...
I sentimenti di cui ci vantiamo tanto, e che tanto ricerchiamo... ridotti tutti ad una reazione fisico-chimica... sono quindi sentimenti... o sensazioni?

E dunque, cosa può differenziarci da una macchina? Se mai nel futuro venisse creata un'AI autonoma, cosa mai potrebbe differenziarci da lei?

4.13.2009

UN SEMPLICISSIMO, FOTTUTISSIMO ESSERE UMANO

Consentitemi di essere esplicito e chiaro fin dall'inizio... Non credo che vi piacerò.
Vogliate scusarmi quindi se non sono perfetto. Mi dispiace non essere ciò che voi vi aspettavate. Ho deluso le vostre aspettative... me ne importa qualcosa?
Mh! Non credo proprio.
Sono solo un semplicissimo, fottutissimo essere umano, come tutti voi... ne più, ne meno. Sono ciò che è rimasto quando Dio ha tirato lo sciacquone di questo grande, grossissimo water che è il nostro amato pianeta.
Si dice che ciò che non uccide ti renda più forte. Io dico che ciò che non uccide ti renda più bizzarro... sono sfumature, punti di vista. Quasi tutto cambia a seconda del punto di vista. Basti pensare a come sembri alto nei film Tom "Nano" Cruise... per non parlare di quanto mi stupisce e affascina il fatto che si è sempre buoni e dalla parte della ragione nella propria versione dei fatti. Ironico no?
Vedo il mondo precipitare lungo lo sfintere dell'universo... E noi siamo qua, a goderci la nostra tranquillità, o a preoccuparci di come faremo a vivere domani, siccome abbiamo finito i soldi sul cellulare.
Sbaglio con la semplicità con cui si respira. So essere volgare, inappropriato, antipatico, rompicoglioni... insomma, ciò che viene via quando si raschia il fondo del barile.
Proprio come tutti voi.
La cosa forse non vi piace? Non è di vostro gradimento questo dessert? In tal caso Signori e Signore, potete portare i vostri flaccidi culi da un'altra parte. Non vi sto imponendo di starmi accanto.
Io sono ciò che sono...
E non ho alcuna intenzione di piacervi.

4.10.2009

QUANDO CREDI INTENSAMENTE IN QUALCOSA CHI PUO' DIRLO SE E' REALE O NO?


Guardo il cielo, e inizio a pensare di essere solo in questo mondo... come unadi quelle stelle che vedo brillare lassù. Da qua, sembrano così vicine, così vive... Sono lì, che brillo, voglio dare, esternare, amare... ma non posso... non posso farlo: le altre stelle sono troppo distanti. Mi chiedo se non sia una vita a metà.

Mi volto indietro, volgo lo sguardo ad un passato senza tempo, nè spazio. Fotografie sparse su una scrivania bianca, momenti catturati e sradicati dalla realtà... fotografie che rimangono nel tempo... fotografie che ingialliscono... fotografie che bruciano. Non esistono più.

E mi domando che fine abbia fatto il mondo, quando all'orizzonte vedo solo cenere.



p.s. Non so perchè ho scritto queste cose, non credo nemmeno di provarle. Anzi, sono abbastanza sicuro di non averle scritte io. C'è qualcosa dentro di me... qualcuno... non so. L'ho chiamato Gabriel. E' nato per gioco... eppure ora... forse è vero: quando credi intensamente in qualcosa chi può dirlo se è reale o no?

4.02.2009

LA NASCITA DI GABRIEL

Mi sveglio. E' buio... mi sento smarrito. Non comprendo bene dove mi trovo. La pioggia si infrange sul mio corpo sospinta dal vento... E mi sento nudo di fronte alla natura. Di fronte a questa notte che allunga le sue ombre sul mio petto, dentro al mio cuore. Mi sento nudo, e disarmato... indifeso, senza alcuna possibilità di salvezza...






Volgo lo sguardo al cielo, scrutando un punto indefinito nel manto corvino che avvolge il tempo e lo spazio attorno a me. Non vedo stelle nel cielo... non v'è alcuna stella, nè luna...
oggi la notte reclama l'universo tutto... e quindi perchè io? Perchè un semplice uomo dovrebbe opporsi al volere della notte?

E poi, d'un tratto... il nulla... niente più pioggia... nientè più nubi... niente suoni, nè odori... nessun sapore in bocca..... il vuoto più assoluto...
mi strazio per gridare...
ma nessun suono fuoriesce dalla mia gola...
decido di scappare...
ma non riesco a percepire nulla attorno a me, nemmeno il mio corpo...

ma dove sono finito? e da quanto tempo mi trovo qui? chi sono io? non... non lo ricordo più... non più...

... mi addormento...

3.29.2009

LE CICATRICI DI GABRIEL

Un nuovo giorno, un nuovo tempo, una nuova ora

Il tempo, un immenso orologio grande quanto il mondo intero
si infrange sulla mia testa, sulla mia pelle, sul mio viso
goccia dopo goccia, le lancette scandiscono il tempo

Una dopo l'altra, milioni di lancette precipitano giù
da un cielo argento, non blu, non oggi,
oggi il mare è sopra le nostre teste

Lancette che cadono, che tagliano, che feriscono
creano lunghi e tortuosi fiumi sul mio viso,
come fossero lacrime lasciate lì da qualcuno che non mi appartiene

Non ho lacrime da versare oggi, non più,
sul mio viso sono solo le cicatrici delle troppe ore
che ho percorso fino ad ora.

3.24.2009

BUONA NOTTE GABRIEL

Ululano le finestre, guardando in alto,
verso un cielo color indaco,
mentre il possente vento vi si infrange contro.

Ululano le finestre, guardando in alto,
verso un cielo che tutto ammanta,
che tutto unghiotte, che non ha pietà per nessuno.

Ululano le finestre... E il vento muore,
lanciando il suo ultimo sospiro a quel cielo color indaco,
e crolla il cielo stesso, con le stelle tutte,
lasciando il passo al mio viaggio onirico in questa nuova notte.

3.20.2009

LA VITA E' UNA PUTTANA

Sono passati piu di 2 anni... quasi 3 a dire il vero...
Sulla carta c'è scritto che eri mio cugino, ma non è così per me... eri un fratello, eri il mio migliore amico. Ho sempre pensato che tu, saresti stato il mio testimone di nozze... e che mi avresti preparato un addio al celibato che si sarebbe ricordato nei secoli. Che il giorno della nascita del mio primo figlio saresti stato lì a dirmi "Max, sei un papà adesso!"
L'ultima volta che ti ho sentito tu eri lì a cercare di convincermi a non fare architettura eheh.. a venire a fare anche io ingegneria dei materiali, mi dicesti che mi avresti aiutato tu a passare gli esami piu difficili... che mi avresti dato i tuoi appunti. Io ti avevo chiamato per chiederti se ti andava di venire alla casa al lago di Francesca a passare una bella settimana... ma avevi un esame da dare quel martedì. Mi dicesti "Dai Max, fa niente... la prossima volta. Appena finiamo tutto non vedo l'ora di farci una bella chiacchierata davanti a due birre"...
Ogni tanto ho paura di scordarmi la tua voce, la tua risata... ci facevi sempre ridere...
Mi manchi Henry...
Dopo quell'estate mi è stata strappata via l'ingenuità e la spensieratezza... e a poco a poco ho iniziato a perderle del tutto... fino ad ora...
Quanto vorrei esser riuscito a diventare adulto, senza il bisogno che succedesse tutto questo.
Ma la vita è una puttana... non ti guarda in faccia... non ti bacia... ti scopa e poi ti chiede di pagare per quello sputo di divertimento che hai avuto...
Non ho mai incontrato nessuno come te... e penso che non lo incontrerò mai.

3.06.2009

CONFESSIONI DI UN IMMORTALE

New York, un alto grattacielo di Manhattan, le finestre coprono l'intero edificio, come se fosse un'incantevole gabbia di cristallo. Dall'ultimo piano un'oscura figura, illuminata solo dalle luci della città che non dorme mai, osserva la città nella sua totalità. Un'espressione è dipinta sul suo volto, un'espressione indefinibile, a metà tra il disgustato e il malinconico. Osserva quelli che sembrano formiche visti da una tale altezza, come se fossero i suoi sudditi, e lui.. il Re. Poi alza lo sguardo verso il cielo. "Il mondo si è trasformato attorno a me, è cresciuto, è crollato e si è risollevato dalle proprie ceneri, come un'immortale fenice. Sembra che tutto sia destinato a cambiare, tutto... a parte me... e le stelle: sono diventate le mie compagne... portano un pò di luce in quest'infinita ed eterna notte, che tutto ammanta col suo nero mantello...
Quanto tempo è passato... tempo, una parola che ormai per me ha perso di significato. Per molti la vita eterna è un'idea affascinante, ma non per me... questa eternità assume un volto melanconico quando vi trovate a portare il peso che io devo portare. Sono condannato a guidare coloro che non sono in grado di prendere neanche le decisioni più basilari... a volte mi chiedo che senso abbia la loro esistenza. La vita eterna, un concetto che non potevo neanche lontanamente immaginare fintanto che batteva un cuore nel freddo e morto petto che vedo ora allo specchio. A volte mi osservo, guardo la mia immagine riflessa, cerco qualcosa dentro ai miei occhi, una qualche scintilla di vita, seppur piccola, un monile di quello che mi hanno condannato ad abbandonare... ma nulla. Sono un empio sarcofago, nient'altro che la bara di me stesso. Ahahhah"
Un ghigno, una risata sarcastica gli rotola fuori dalla bocca, una sorta di velo atto a celare nient'altro che amarezza e malinconia. Poi si volta, qualcosa si è mosso... la sua ospite, una bellissima donna, tra i 25 e i 30 anni, sdraiata su un divano, i capelli dorati che scivolano lungo il suo collo fino a giungere al suo seno, i suoi occhi sembrano due diamanti... sembra spaventata, ma allo stesso tempo è come se non volesse fuggire...
"Oh, perdonatemi, vi ho svegliata? Quale scortesia... non mi sono nemmeno presentato.
Abito all’American Gardens Building, sull’Ottantunesima west, al ventunesimo piano, ma credo che l'abbiate intuito da ciò che vedete dalla finestra. Mi chiamo Viktor Laurent De Lioncourt, ho 42 anni, o almeno questo è quello che dico sempre, e che il mio corpo mostra. Credo fermamente nella cura della persona, nell'educazione e nella galanteria. Ah, come dimenticarsene, credo in egual misura anche nella pecunia: è incredibile, gli anni passano ma il mondo ruota sempre intorno al denaro. Oh, perdonatemi, non voglio tediarvi con le mie divagazioni... Ah! Nonono, vi prego, non vi consiglio di alzarvi in piedi, so che al momento non vi soggiunge in mente, ma avete bevuto una forte dose di assenzio, non vi consiglio di alzarvi..."
Lei inizia a rendersi conto di avere il corpo intorpidito, non riesce quasi a muoversi. Lui le si avvicina, gli basta uno sguardo, e lei sembra calmarsi, inspiegabilmente. L'uomo solleva dolcemente la testa della donna, e dopo essersi seduto sul divano la riappoggia con delicatezza sulle proprie gambe. Le sue mani affusolate iniziano ad accarezzarle il viso e i capelli.
"Stavo dicendo? Certo, naturalmente mi stavo presentando, cos'altro avrei potuto fare daltronde? Oramai questa è una sorta di routine per me... ma sapete? Voi mi siete simpatica... credo che sarò alquanto sincero con voi.
C’è una vaga idea di Viktor Laurent De Lioncourt. Una sorta di astrazione. In realtà non sono io, ma una pura entità, qualcosa di illusorio. Anche se so mascherare la freddezza del mio sguardo e voi potete stringermi la mia mano e sentire la mia carne contro la vostra e magari perfino arrivare a credere che i nostri stili di vita sono probabilmente comparabili. La verità è che io... non sono...li..."

2.23.2009

UN RITORNO A CASA

Le braccia pesanti... il cuore pompa sangue nelle vene, e batte più forte che mai... non riesco quasi a chiudere i pugni talmente sono contratti i muscoli degli avambracci... in bilico, sfidando la natura, sfidando il mondo... un appiglio dopo l'altro, e non pensi ad nient'altro... i palmi delle mani secchi e ruvidi...allungo un braccio verso la prossima presa, poi perdo aderenza coi piedi... il silenzio pervade l'ambiente, non una voce, nè un'immagine, sono nel nulla, siamo solo io e la parete...
mi ritrovo lì, a mezz'aria, a dondolare, aggrappato con tutte le forze che mi rimangono... sento che le braccia potrebbero esplodermi... ritrovo la presa, e continuo fino al top... prima la destra, poi la sinistra... ce l'ho fatta.. l'odore di magnesite pervade l'aria... un'incredibile sensazione di realizzazione si fa strada dentro me... mi sento grande, mi sento forte, mi sento un dio... mi sento vivo... guardo di sotto, e poi... lascio la presa

2.18.2009

GABRIEL NON DORME MAI

1000 pensieri... e 1001 ancora... si affollano nella mia mente come demoni che cercano di varcare la porta dell'inferno... No! Devo dormire! Dormi Max... dormi... 1002... uno dietro l'altro, la mia mente li vomita fuori impedendomi di dormire... da quanto tempo non conosco più il significato della parola "silenzio"?
... 1003... lasciami in pace... e lui, Gabriel, si dimena, urla... le sue grida riecheggiano più forti che mai nella mia testa come fossero lamiere d'acciaio che che stridono l'una contro l'altra... e 1004 ancora... sbatte la testa contro il muro, cento, mille, un milione di volte, e il petto mi sembra esplodere... e passano i minuti, e passano anche ore a volte...
finchè lui non si arrende... ma non è che una breve pausa, perchè lui torna... lui torna sempre... anche nei miei sogni... torna perchè è così...
Gabriel non dorme mai

2.15.2009

LA TROVERO' MAI, FRATELLO?

La troverò mai, fratello? Che dici? Riuscirò mai a trovarla anche io quella giusta?
Quella per la quale esistono due categorie di cose nel mondo: ci sono io; e poi c'è tutto il resto...
Quella alla quale non importa dove si va, ma con chi...
Quella che saprà conoscermi...
Che dici?
La troverò mai, fratello?
Riuscirò mai a trovarla anche io quella giusta?

2.14.2009

IN BALIA DI GABRIEL

Ottanta all'ora. L'unica cosa che mi tiene sveglio è il ritmo incessante e alienante della musica che stanno mandando in onda su m2o. Guardo l'orologio digitale sul cruscotto: secondo lui sono le 4:49... ma diciamo che non ho mai avuto tutta questa preoccupazione di cambiargli l'ora ogni volta che si passava dall'ora legale a quella solare e viceversa.
Fatto sta che se non ricordo male sono più o meno le quattro meno un quarto del mattino, e come dicevo m2o in questo momento è l'unica cosa a tenermi ben sveglio con gli occhi sulla strada... insomma, quel che vedo della strada. Sì, perchè è una di quelle gelide, nebbiose e bastarde serate di inverno (sera o mattina sono punti di vista). Le due birre della serata girano felici nel mio sangue, e a far loro compagnia c'è una buona dose di thc: la comitiva sta facendo un bel giro turistico del mio corpo, scommetto che in mezzo c'è anche qualcuno che ha portato la digitale... la canzone cambia... strisce bianche sull'asfalto ghiacciato... semafori che sparano luci gialle a tempo di musica... per strada nessuno... a parte qualche povero pazzo che, come me, decide di tornare a casa nonostante l'ora e il tempo... un altro mixaggio magistrale mi porta sulle sponde di una nuova canzone, un nuovo ritmo... sempre più incessante...
Non vedo nulla, la nebbia è talmente fitta che non riesco a vedere oltre venti metri dalla macchina; e la situazione sembra peggiorare man mano che mi allontanavo dal centro della città: stasera la fortuna deve essersi girata da un'altra parte.
Giro a sinistra nel controviale, una macchina ferma... a fianco due puttane, una è intenta ad assicurarsi il cliente... l'altra si gira verso di me e mi guarda come per invogliarmi a "comprare" la sua sporca merce... continuo senza fermarmi... la musica incalza... altre puttane ad ogni angolo della strada, tutte in minigonna: ma cosa cazzo le tiene in vita preservandole dall'assiderazione? Un'altra domanda mi balena nella mente come un proiettile sparatomi dritto in fronte... Chi cazzo glielo fa fare? ... e poi, subito la risposta: si perchè non credo che il pappone del quartiere conceda molti giorni di ferie alle sue dipendenti, lui che problemi ha? In questo momento probabilmente si starà iniettando nelle vene qualche ancestrale cocktail chimico, o qualsiasi sia la merda che va adesso di moda. Non penso sarebbe una grande perdita per la società se quello schifo gli provocasse un viaggio di sola andata per l'inferno...
Inferno... in questo momento non potrei immaginarlo più lontano, questo fottuto freddo mi ha congelato le dita delle mani; sono ancora intorpidite per via del quarto d'ora passato a raschiare i vetri della macchina... ormai non manca molto a casa... guardo l'ora, e adesso segna le 5:10... la nebbia ormai è onnipresente, c'è solo il cofano e un quadrato di strada, il resto è bianco, palazzi alberi... nulla... ed m2o continua con la sua musica, che ormai mi sta completamente alienando, ogni tanto mi rendo conto di aver fatto dei tratti di strada in automatico, senza ricordare di averli fatti... non è la prima volta, quindi non me ne preoccupo...
Finalmente arrivo a casa, sono le 5:16, o almeno questo è quello che dice quel maledetto orologio, giro la chiave, il motore si spegne, ma la musica continua... spengo l'autoradio e d'un tratto il silenzio, quei pensieri che si succedevano nella mente come se stessero narrando la mia storia, quegli stessi pensieri che ho trascritto qui... sparirono, nel nulla... beh, se mai torneranno... vorrà dire che tornerò a trascriverli

2.08.2009

ALTER GABRIEL 3GO

Nella città dove gli angeli hanno paura di volare e i diavoli vengono a canticchiare, il sesso della notte scioglie i suoi neri capelli sotto una luna giallo oppio...

Gabriel urla e urla ancora, sbattendo la testa contro il muro finchè auto fantasma e sirene spiegate scorrono davanti ai suoi occhi. Dolore, dolore è ciò che desidera davvero. E odio, sì, odio. Non dimenticherà mai, e mai perdonerà. E non avrà mai paura, la paura... quella è per il nemico. Sì, paura e proiettili...

La notte come una puttana allunga le sue dita sul corpo di Gabriel, inghiottendolo. Nessuna luce, nessun rumore. Lo acceca, lo assorda. Nessuna, sensazione nessun dolore. Lo uccide lentamente strangolandolo nella sua gelida morsa...

Cosa nascondi? Buttalo fuori Gabriel! Dai sfogo all'anima! Cosa nascondi? Il coniglio, il coniglio è nel cilindro. Fallo uscire prima che ti divori il cuore...

Morte... non è morte se la rifiuti... lo è se tu l'accetti.

Stanotte l'inferno ha mandato un angelo a portare i regali...